23 settembre 2008

L'angolo del regista!


Ecco qui! Detto e fatto! Il regista ha chiesto un angolo tutto suo e Mirco, nonostante le mie interferenze che stanno mettendo a dura prova la sua pazienza, lo ha già fatto.


Trasferta a Brunico


Avviso per tutti i nostri fedeli appassionati: il Gruppo Teatrale Sirio é lieto di comunicarvi che quale inizio della stagione inv(f)ernale, il giorno 12 ottobre replicherà in quel di Brunico!
L'appuntamento é alle 20.30 presso l'Altstadt Theater... se ci siete fedeli... SEGUITECI!
Ovviamente munitevi di giacche pesanti e scarponi da sci, se siamo fortunati ci troviamo anche la neve! .... Tra un atto e l'altro una sciata si é sempre fatta!

18 settembre 2008

L'altra Sirio

A distanza di qualche settimana dal debutto di un più o meno neonato gruppo di persone, mi trovo a fare alcune riflessioni. Torno indietro e osservo. Cerco di descrivere le mie emozioni e la parola che le può racchiudere tutte è “agrodolce”.

Comincio a scorrere col pensiero i momenti piacevoli trascorsi con gli altri del gruppo e sento ancora l’energia di attimi che è difficile descrivere perché sempre diversi, magicamente intensi.

Rivedo le peculiaritá di ogni personaggio ed il temperamento delle persone che lo interpretano, le difficoltà, tante,  perché il teatro non è un affare da poco, secondo me il teatro é:

mettersi in gioco, tenacia, follia, è sbagliare perché si è umani, sbagliare perché nessuno è una macchina, sbagliare imparando, perché nessuno nasce attore, accettare le critiche costruttive e gli umori degli altri, è piangere quando sei coinvolto, è ridere per stupire, è accettare i ritardi, i propri e quelli degli altri, i ritardi alle prove, i ritardi nel dire le battute, è sorvolare quando si fanno certi discorsi che sono detti solo per ferire o per invidia, o per ignoranza, o per arroganza …

Il teatro è riconoscere i propri limiti e le proprie debolezze, anche quando sembra di non averne, anche quando si pensa di essere arrivati, di essere “attori”.

Rivedo ancora l’entusiasmo di chi sente la forza di un gruppo, di chi parte con convinzione, di chi non conosce eppure si fida, di chi non osa fare domande perché attende lumi o perché è timido e si vergogna, di chi vorrebbe dire la propria ma la sua voce è sovrastata da chi ce l’ha più alta o da chi la sa più lunga, forse ….

Rivedo i visi e le espressioni di chi accetta in silenzio ritmi che stancano, che innervosiscono …

Eppure si è andati avanti, eppure si è arrivati in fondo, eppure l’applauso c’è stato, fosse anche quello del parente o dell’amico che è pur sempre una dimostrazione di affetto, è un modo di dire al “proprio” attore: sei stato bravo, continua così, sei forte!

Questo gruppo merita il rispetto, il plauso, le lodi che si è guadagnato anche per il solo fatto di aver accettato tutto, senza tirarsi indietro, senza rinunciare, ma rinunciando a tante altre piccole cose, che seppur piccole, sono parte della vita di ognuno e vanno considerate.

Il teatro è amore per la vita e non é pura competizione tra compagnie, tra attori. Non è luogo di pregiudizio o giudizio, non è perdita di tempo.

Il teatro è amore per l’altro qualunque età anagrafica, età “teatrale”, età “mentale” abbia, ma è soprattutto amore per se stessi. Il teatro è maturità.

Tutto questo semplicemente per rinnovare i miei ringraziamenti a tutti coloro che assieme a me ce l’hanno messa tutta, a prescindere dal risultato, che, secondo me, visti i presupposti, i tempi e le questioni di vita di ognuno, è stato semplicemente grandioso.

Ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale.

Stefania, umilmente in arte Julie

11 settembre 2008

Il Tango (passione di Julie)

Pubblicato da Mirco per conto di Julie.... prima o poi ce la farà da sola?

IL TANGO
Il tango è mistero e complessità.
Armonia e conflitto. 
Allegria e tristezza. 
Comunicazione e solitudine,
inquietudine e ricerca. 
Elitario o popolare, a seconda del livello di lettura di ciascuno. 
Antico, non tanto cronologicamente 
ma perché in esso vi è qualcosa di ancestrale, 
cioè contiene attitudini e atti, 
o per dirla con Borges, 
nostalgia di vite non vissute, 
che pure ci appartengono 
e costituiscono il legame 
tra memoria personale, storica e collettiva. 
Danza moderna 
per il suo rendere il corpo pensante e dialogante 
e perché più di ogni altra 
rappresenta l'uomo contemporaneo.

Nato più di un secolo fa a Buenos Aires dall'incontro di varie etnie e 
diverse culture provenienti da tutto il mondo, deve a queste origini meticcie 
il suo DNA universale. Nella sua crescita, come un soggetto vivo, influenzerà e 
verrà influenzato da tutto ciò che incontrerà sul suo cammino. 

Idee in cantiere

Mettici una serata nata così per caso, mettici una bottiglia di vino e un pò di allegria e sicuramente nascono grandi idee...
La nostra cara Stefania, in arte Julie, che dopo averci deliziato del suo racconto sulla trama del film "La finestra di fronte" (eccolo qui!) ha proposto di fare un calendario Sirio, sullo stile di quello fatto da Raoul Bova!... L'idea, è di autofinanziarci e deliziare amici, parenti e conoscenti con un calendario che abbia i nostri faccioni per protagonisti! ...per contenere i costi ovviamente il tutto sarà amatoriale... e sia chiaro niente manette e fruste!...L'immagine è un esempio di come vorremmo fossero impostate le foto.... in verità io vorrei ci fosse proprio lui! Altra idea nata da menti più sane, cambiare il logo della compagnia, perchè ormai è "graficamente" superato e riattivare il sito... quindi forza...e tutti al lavoro!

5 settembre 2008

L'ALLIEVA (io Maggie) SUPERA IL MAESTRO

Ritengo doveroso ringraziare
Mirco, perchè è stato lui a crearci il blog...sinceramente ha provato più volte a spiegarmi come fare, ma ahimè, non è stata impresa facile...vi sarete accorti che sono un pò dura a capire! (nel dubbio fatemi sempre un disegno)...però anche il maestro a volte "inciampa" e una sera, è riuscito a togliere il collegamento alle foto di "Colto in Flagrante"...
ma io che sono un'allieva attenta, probabilmente grazie ad un gran colpo di culo, oggi, alle 23 passate, sono riuscita a riattivare il collegamento; per voi sarà poca cosa, ma vi assicuro che per me è quasi come essere arrivata tra i primi 1000 alla maratona di new york! condivido con voi questo mio piccolo traguardo....Alla prossima!
Franci...Maggie

3 settembre 2008

Odore di legno

L'odore del legno, dell'impregnante,
dei colori ancora freschi, della colla.
Il palco di un teatro, anche piccolo, vecchio
e dimenticato dalla gente, è un insieme di odori.
Forti e acri.
Quando il palco è vuoto e le assi sono
libere dai chiodi
e dalle scenografie si può veramente sentire l'odore
dello spettacolo.
Mi tolgo le scarpe, cammino sulle assi, sento le
piccole schegge dell'ultima frettolosa partenza,
dei momenti finali di un successo o di un disastro
annunciato.
Le assi si muovono, sono vive, ma cos'è che le rende vive,
energiche?
Perchè le assi del pavimento in legno, magari pregiato,
di un appartamento non sono così vive, così forti,
così piene?
E' come se le assi riuscissero a raccogliere
e trattenere
la forza dei passi, del sudore, delle urle, delle lacrime.
L'odore del legno rappreso di vita e di dolore aspetta solo
qualcuno che lo tocchi, che lo riscopra.
I miei piedi sono la parte che mi tiene a contatto con la terra.
Amo correre, camminare, girare avanti e indietro sul palco.
E' l'unico posto che a sessanta centimetri di altezza riesce
a mantenere forte e costante il legame con la terra.
Accendiamo le luci, indossiamo i vestiti di scena, montiamo
le scenografie.
Discutiamo, ripetiamo le nostre battute, ci arrabbiamo ed
esplodiamo di gioia dopo il primo applauso.
Quando ce ne andiamo loro restano. Le assi di legno.
Loro ricordano.
Loro sanno se i nostri piedi erano contratti dalla
paura dentro le scarpe.
Loro sanno se stavamo sudando freddo cinque minuti prima di
entrare in scena.
Loro sanno l'acqua che abbiamo bevuto per cercare di liberare
la gola dal senso di soffocamento, di ansia.
Loro hanno sentito le vibrazioni della nostra voce quando
recitavamo quel passaggio che ci lega ad altri ricordi, ad altri
dolori.
L'odore del legno di un palco.
Sessanta centimetri più in basso non lo senti. Non puoi.
Lassù sei in cima al mondo. E negli abissi più profondi.

Nicola Biada